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Dati INAIL 08/2025 - Focus Industria alimentare

Dati INAIL 08/2025 - Focus Industria alimentare
 
Appunti Sicurezza Lavoro
  Newsletter n. 361 del 11 Settembre 2025  
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Dati INAIL 08/2025 - Focus industria alimentare

Dati INAIL 08/2025 - Focus Industria alimentare

ID 24570 | 11.09.2025 / In allegato

Dati INAIL 08/2025 - Focus settore alimentare
L’industria alimentare, un esempio di resilienza - Industria alimentare: in crescita gli infortuni nel quinquennio - Le malattie professionali dell’industria alimentare - Il comparto delle biotecnologie: una panoramica - Open data inail, on line lo storico degli infortuni e delle malattie professionali

Nel nuovo numero del periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto la fotografia aggiornata di un settore importante dell’economia nazionale, che registra una crescita costante di produzione e fatturato. L’incremento delle denunce rilevato nel quinquennio 2020-2024 ha interessato sia gli infortuni in occasione di lavoro, che rappresentano oltre l’83% del totale, sia quelli avvenuti in itinere. In calo, invece, i casi mortali.
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Il nuovo numero di Dati Inail, periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, si sofferma sull’industria alimentare italiana, settore che nel 2023 impiegava oltre 426mila lavoratori in quasi 49mila aziende, l’85% delle quali con meno di 10 addetti. Il comparto, che comprende la produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti e bevande, si conferma centrale per l’economia nazionale, con un volume produttivo e un fatturato in costante crescita. Nel quinquennio 2020-2024 le denunce di infortunio sono passate da 9.422 a 11.281 (+20% circa). L’incremento ha interessato sia gli infortuni avvenuti durante l’attività lavorativa, che rappresentano oltre l’83% del totale, sia quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto casa-lavoro-casa, che superano il 16% del totale e risultano in aumento di quattro punti percentuali rispetto al 2020. In calo, invece, i casi mortali, dai 44 del 2020, influenzati dalla pandemia, ai 16 del 2024, con una media di 25 decessi all’anno denunciati tra il 2021 e il 2023.
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Differenze di genere, mansioni e tipologie di lesione. Rivolgendo l’attenzione ai soli casi avvenuti in occasione di lavoro si osserva che l’incremento complessivo delle denunce (+13,6%) è stato più marcato tra le lavoratrici (+27,3%) rispetto ai colleghi uomini (+8,6%). I comparti più colpiti sono quelli della lavorazione e conservazione delle carni e della produzione di prodotti da forno, con quasi il 56% degli infortuni e la metà dei decessi sul lavoro, mentre tra le professioni spiccano gli addetti a macchine confezionatrici, alla conservazione di carni e alla produzione di prodotti da forno (oltre il 24% del totale), i macellai e gli abbattitori di animali (17% circa), i panettieri (10,4%) e i commessi (quasi 5%). Al netto dei casi non codificati, la mano è la parte più coinvolta negli infortuni (36,1%), seguita da colonna vertebrale (7,0%), caviglia e piede (6,7% ciascuno). Dal punto di vista della natura della lesione, le contusioni rappresentano oltre un terzo di casi, seguite da ferite (27%) e da lussazioni, distorsioni, distrazioni e fratture (15% ciascuna), mentre il restante 8% riguarda lesioni da agenti infettivi, sforzi e perdite anatomiche.

Tra gli infortunati una quota rilevante di lavoratori stranieri. Quasi tre infortuni su quattro avvenuti durante l’attività lavorativa si sono verificati al Nord, in linea con una maggiore presenza di occupati nell’area settentrionale rispetto al resto del Paese. Seguono a distanza il Mezzogiorno (16,6%) e il Centro (12,0%). In valore assoluto le regioni che hanno registrato il maggior numero di denunce nel 2024 sono l’Emilia Romagna (2.282), la Lombardia (1.699) e il Veneto (1.350). Tra i settori dell’industria manifatturiera, l’alimentare è uno di quelli in cui è più alta la presenza di infortunati nati all’estero (circa il 15% dei casi), preceduto soltanto dal comparto della fabbricazione dei metalli. Tra gli stranieri, in particolare, poco più di due denunce su cinque hanno riguardato lavoratori occupati nella lavorazione e conservazione di carne, provenienti principalmente da Marocco, Albania, Ghana e Nigeria, e più di un quinto quelli nella produzione di prodotti da forno, in particolare romeni, marocchini e albanesi. 

Il trend delle malattie professionali. Per quanto riguarda le patologie lavoro-correlate, nel 2024 le denunce nell’industria alimentare sono state 2.107, pari al 14,0% delle 15.096 rilevate in tutto il settore manifatturiero. Rispetto ai 1.619 casi dell’anno precedente l’incremento è del 30,1%, contro il +18,8% rilevato nell’intero manifatturiero. Tra i comparti la maggior parte delle denunce si registra nella lavorazione delle carni (41,1%), nella produzione di prodotti da forno (32,1%) e nell’industria lattiero-casearia (8,2%). Oltre il 77% delle denunce, al netto delle non determinate, riguarda malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, in particolare dorsopatie e disturbi dei tessuti molli, che sono più che raddoppiate nel quinquennio e cresciute del 31% nell’ultimo biennio. Le lavorazioni che espongono maggiormente a questi rischi sono quelle che comportano posture scorrette o movimenti ripetitivi, come le mansioni di disossatore o panettiere. Seguono le patologie del sistema nervoso (16,3%) e dell’orecchio (3,2%), in aumento mediamente di circa il 24% tra il 2023 e il 2024. 

Le biotecnologie tra innovazione e nuove sfide per la sicurezza. Il nuovo numero di Dati Inail dedica un approfondimento anche al comparto delle biotecnologie, settore in rapida evoluzione grazie all’integrazione con nanotecnologie e intelligenza artificiale, che stanno rivoluzionando la ricerca scientifica e industriale. La combinazione della biotecnologia con la nanotecnologia porta per esempio allo sviluppo di nuovi materiali e dispositivi con proprietà e funzioni peculiari, come nel caso dei sistemi di somministrazione di farmaci e dei biosensori, mentre l’interazione delle biotecnologie con l’IA ha condotto alla creazione del più esteso database di strutture 3D di proteine umane (oltre 200 milioni), previste sulla base della valutazione della sequenza amminoacidica. Questa trasformazione richiede nuove strategie di prevenzione e gestione dei rischi lavorativi, con particolare attenzione alla formazione degli operatori e all’aggiornamento delle misure di sicurezza anche in ambito alimentare, dove le innovazioni possono introdurre fattori di rischio inediti legati all’esposizione ad agenti biologici, a organismi e microrganismi geneticamente modificati o ad agenti chimici pericolosi. 

Con l’archivio storico degli Open data ampliata l’offerta informativo-statistica. Un’altra novità segnalata dal periodico curato dalla Csa riguarda l’offerta informativo-statistica dell’Istituto, recentemente arricchita con la pubblicazione dell’archivio storico degli Open data su infortuni e malattie professionali, superando la logica di sovrascrittura dei dati a ogni nuovo aggiornamento mensile o semestrale. Da fine luglio, infatti, oltre ai dati più recenti è possibile consultare anche quelli dei periodi precedenti, per la cadenza semestrale a partire dal 2008 per gli infortuni e dal 2009 per le malattie professionali. Il servizio consente di selezionare tipologia di evento, anno, mese, regione e formato del file che si intende scaricare, offrendo così a cittadini, ricercatori, consulenti, università e imprese la possibilità di effettuare analisi personalizzate e approfondite. L’accesso agli Open data, concepito nella logica dei dati accessibili, condivisibili e senza restrizioni di riutilizzo, rappresenta uno strumento fondamentale per favorire la trasparenza, la prevenzione e la conoscenza dei trend infortunistici e tecnopatici.
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Fonte: INAIL



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