Vademecum Centri di Raccolta

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Cover vademecum centri di raccolta

Vademecum Centri di Raccolta

ID 9215 | Rev. 1.0 del 19.09.2020 / In allegato

Il presente vademecum illustra, anche con il supporto di immagini, la disciplina dei centri di raccolta di cui al Decreto 8 aprile 2008, così come modificato dal Decreto 13 maggio 2009 e dal D.lgs. 3 Settembre 2020 n. 116.

Update Rev. 1.0 del 19.09.2020
- D.lgs. 3 Settembre 2020 n. 116 Attuazione della direttiva (UE) 2018/851 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della direttiva (UE) 2018/852 che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. (GU Serie Generale n.226 del 11-09-2020). Entrata in vigore del provvedimento: 26/09/2020

Il Vademecum risulta essere così strutturato:

Sommario

Premessa
1. Campo di applicazione
2. Rifiuti conferiti
3. Approvazione
4. Soggetti gestori
5. Ubicazione del centro di raccolta
6. Requisiti del centro di raccolta
7. Struttura e modalità di deposito del centro di raccolta
8. Gestione dei RAEE
9. Durata del deposito
Fonti

Excursus

La lett. mm) dell’art.183 del Dlgs 152/2006 definisce “centro di raccolta” l'area presidiata ed allestita, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, per l'attività di raccolta, mediante raggruppamento differenziato dei rifiuti urbani per frazioni omogenee conferiti dai detentori per il trasporto agli impianti di recupero e trattamento.

definizione

Con Decreto 8 aprile 2008, (pubblicato in Gazzetta ufficiale 28 aprile 2008 n. 99), entrato in vigore il 13 maggio 2008, è stata posta in essere, per la prima volta, nell’ordinamento giuridico di settore, la “Disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, come previsto dall'articolo 183, comma 1, lettera mm) del Dlgs  3 aprile 2006, n. 152”.

Il Decreto 8 aprile 2008 è stato modificato da ultimo dal D.lgs. 3 Settembre 2020 n. 116 Attuazione della direttiva (UE) 2018/851 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della direttiva (UE) 2018/852 che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. (GU Serie Generale n.226 del 11-09-2020). In precedenza il Decreto 8 aprile 2008 è stato modificato dal Decreto 13 maggio 2009 del Ministero dell'ambiente - “Modifica del Decreto 8 aprile 2008, (pubblicato in Gazzetta ufficiale 28 aprile 2008 n. 99) ed è entrato in vigore il giorno 2 agosto 2009.

Il decreto del Decreto 8 aprile 2008 e di quello che lo modifica (del 13 maggio 2009) definisce la disciplina dei centri di raccolta comunali o intercomunali destinati a ricevere, per il trasporto agli impianti di recupero e trattamento, i rifiuti urbani e assimilati conferiti in maniera differenziata dalle utenze e dagli altri soggetti tenuti al ritiro dalle utenze domestiche e al conferimento di specifiche tipologie di rifiuti, al fine di agevolare l'incremento dei livelli di raccolta differenziata e il conseguimento, su tutto il territorio nazionale, degli obiettivi fissati dalla normativa vigente.

Centri di raccolta fig 1

I centri di raccolta comunali o intercomunali disciplinati dal Decreto 8 aprile 2008 e s.m.i. sono costituiti da aree presidiate ed allestite ove si svolge unicamente attivita'di raccolta, mediante raggruppamento per frazioni omogenee per il trasporto agli impianti di recupero, trattamento e, per le frazioni non recuperabili, di smaltimento, dei rifiuti urbani e assimilati elencati in allegato I, paragrafo 4.2, conferiti in maniera differenziata rispettivamente dalle utenze domestiche e non domestiche anche attraverso il gestore del servizio pubblico, nonche' dagli altri soggetti tenuti in base alle vigenti normative settoriali al ritiro di specifiche tipologie di rifiuti dalle utenze domestiche.

Centri di raccolta fig 2

Rifiuti conferiti

Sono rifiuti urbani (art. 183, comma co. 1 b -ter del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152):

Definizione rifiuti urbani

Nuova definizione di rifiuto urbano

I rifiuti domestici indifferenziati e da raccolta differenziata, compresi:

- carta e cartone, vetro, metalli,
- plastica,
- rifiuti organici,
- legno,
- tessili,
- imballaggi,
- rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche,
- rifiuti di pile e accumulatori e
- rifiuti ingombranti, ivi compresi materassi e mobili.

I rifiuti indifferenziati e da raccolta differenziata provenienti da altre fonti che sono simili per natura e composizione ai rifiuti domestici indicati nell’allegato L -quater prodotti dalle attività riportate nell’allegato L –quinquies.

L quater

Rimangono esclusi i rifiuti derivanti da attività agricole e connesse di cui all’articolo 2135 del codice civile

Allegato L -quinquies - Elenco attività che producono rifiuti di cui all’articolo 183, comma 1, lettera b -ter ), punto 2)

1. Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto.
2. Cinematografi e teatri.
3. Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta.
4. Campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi.
5. Stabilimenti balneari.
6. Esposizioni, autosaloni.
7. Alberghi con ristorante.
8. Alberghi senza ristorante.
9. Case di cura e riposo.
10. Ospedali.
11. Uffici, agenzie, studi professionali.
12. Banche ed istituti di credito.
13. Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e altri beni durevoli.
14. Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze.
15. Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato.
16. Banchi di mercato beni durevoli.
17. Attività artigianali tipo botteghe: parrucchiere, barbiere, estetista.
18. Attività artigianali tipo botteghe: falegname, idraulico, fabbro, elettricista.
19. Carrozzeria, autofficina, elettrauto.
20. Attività artigianali di produzione beni specifici.
21. Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub.
22. Mense, birrerie, hamburgerie.
23. Bar, caffè, pasticceria.

I rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade e dallo svuotamento dei cestini portarifiuti;

I rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua;

I rifiuti della manutenzione del verde pubblico, come foglie, sfalci d’erba e potature di alberi, nonché i rifiuti risultanti dalla pulizia dei mercati;

I rifiuti provenienti da aree cimiteriali, esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale.

Nel Decreto 8 aprile 2008 e s.m.i. vengono espressamente indicate sia le tipologie che i C.E.R. che possono essere depositati all’interno del centro. Si ricorda perciò che la scelta di depositare frazioni diverse o CER diversi di rifiuti, così come di non rispettare esattamente i contenuti del D.M., ad esempio in relazione alla possibilità di pretrattamento del rifiuto conferito, comporta l’assoggettamento del sito, come in precedenza, al normale regime autorizzativo.

Le frazioni ed i CER consentiti, tra i quali i comuni possono scegliere quali tipologie di raccolte attivare nel centro sono:

EER

...

Ubicazione del centro di raccolta

Il centro di raccolta deve essere localizzato in aree servite dalla rete viaria di scorrimento urbano per facilitare l'accesso degli utenti.

Il sito prescelto deve avere viabilità adeguata per consentire l'accesso sia alle autovetture o piccoli mezzi degli utenti, sia ai mezzi pesanti per il conferimento agli impianti di recupero e/o smaltimento.

E’ importante osservare che in quanto trattasi di aree per attività di raccolta di frazioni omogenee di rifiuti urbani e assimilati, possono non rispettare le distanze di tutela previste per gli altri impianti che trattano rifiuti, quali quelle da case sparse o centri abitati.

Il sito scelto deve comunque essere in piena disponibilità da parte dell’Ente e dovranno inoltre essere rispettati quei vincoli escludenti che derivano anche da altre normative di settore (ad esempio, distanze da pozzi ad uso acqua potabile, da corsi d’acqua, fascia A e B PAI, cimiteri, ecc. …) o limitanti (fasce di rispetto stradali, elettrodotti, di parco, ambientale, ecc. …).

Nel caso in cui il sito individuato non abbia requisiti ottimali dovranno essere valutate delle misure compensative da mettere in atto nelle fasi di realizzazione e gestione dell’impianto per limitarne l’impatto sul tessuto urbano prossimo allo stesso (viabilità, decoro, problemi di carattere igienico sanitario, etc ).

...

Struttura e modalità di deposito del centro di raccolta

Se nel centro, come sopradescritto, è consentito il solo conferimento di frazioni non pericolose queste devono essere raccolte in cassoni scarrabili/contenitori e/o platee impermeabilizzate e opportunamente delimitate.

Nel caso di deposito dei rifiuti in cassoni scarrabili è opportuno prevedere la presenza della rampa carrabile almeno per il conferimento di materiali ingombranti o pesanti.

Immagine2

Se nel centro, è consentito sia il conferimento delle frazioni non pericolose che di quelle pericolose, lo stesso dovrà avere oltre alle caratteristiche già esposte anche una zona protetta mediante copertura fissa o mobile dagli agenti atmosferici, attrezzata con contenitori posti su superficie impermeabilizzata e dotata di opportuna pendenza, in modo da convogliare eventuali sversamenti accidentali ad un pozzetto di raccolta, a tenuta stagna;

in alternativa

ciascun contenitore destinato al conferimento dei rifiuti liquidi pericolosi deve avere una vasca di contenimento con capacità pari ad almeno 1/3 di quella del contenitore.

Immagine3
...

Durata del deposito

La durata del deposito di ciascuna frazione merceologica conferita al centro di raccolta non deve essere superiore a tre mesi. Ciò comporterà in caso di conferimenti continuati, un avvio all’impianto successivo di ogni singola frazione, pericolosa o non, almeno una volta ogni 3 mesi.

E’ importante comunque valutare correttamente tempi e modi di deposito delle singole frazioni per consentire comunque un deposito corretto di quelle frazioni particolari, quali, ad esempio, sfalci del verde, legno, polistirolo, carta, cartone che nell’arco dei tre mesi possono deperire dando origine a azioni moleste.

La frazione organica umida deve essere avviata agli impianti di recupero entro 72 ore, al fine di prevenire la formazione di emissioni odorigene.

Figura3

 ...segue in allegato

Certifico Srl - IT | Rev. 1.0 2020
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Matrice Revisioni

Rev. Data Oggetto Autore
1.0 19.09.2020 D.Lgs. 3 settembre 2020 n. 116 Certifico Srl
0.0 04.10.2019 --- Certifico Srl

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